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Andamento positivo per le PMI della meccanica e subfornitura, verso la Fabbrica Digitale 4.0

Un comparto vitale che si è lasciato alle spalle la congiuntura negativa e guarda con fiducia alle prospettive di sviluppo offerte dalla quarta rivoluzione industriale: è proprio questa la fotografia delle imprese italiane della meccanica e subfornitura scattata dall’ultima edizione dell’Osservatorio MECSPE, realizzato da Senaf in occasione di MECSPE 2017, la manifestazione punto di riferimento per il manifatturiero 4.0 che, con oltre 1.800 aziende presenti, ha portato a Fiere di Parma macchine e processi innovativi capaci di imprimere una concreta trasformazione al manifatturiero italiano, dedicando un intero padiglione alle tecnologie 4.0.

Fatturati e occupazione aprono nuove prospettive

Secondo l’Osservatorio MECSPE, per le PMI della meccanica e subfornitura, il 2016 si è chiuso con fatturati in crescita per quasi la metà e con una situazione occupazionale positiva: se per il una parte delle aziende il numero di addetti non è variato, ben il 46,8% hanno assunto nuovo personale. Positivi anche i risultati prospettati per il 2017: il 56,6% prevede un incremento del proprio fatturato e una situazione occupazionale stabile, se non in crescita. Una situazione che soddisfa gli imprenditori, con solo un 5% insoddisfatto e ben sei su dieci ampiamente appagati dall’andamento attuale della propria azienda.

“Per oltre la metà degli imprenditori il mercato è tornato a essere solido e continuerà a offrire nuove opportunità di business. Le imprese sono chiamate a rivedere il proprio paradigma produttivo, a fronte di una trasformazione che sta interessando il settore ed è orientata verso la digitalizzazione e l’integrazione di tecnologie sempre più evolute nei processi produttivi, per renderli snelli, efficienti e altamente performanti. Forti di un ritrovato slancio economico, gli imprenditori non sono per nulla spaventati da questa evoluzione: continuano a investire in R&D e sono sempre più quelli che si orientano verso il modello della Fabbrica Digitale 4.0”

– Emilio Bianchi, Direttore di Senaf

Industria 4.0 come orizzonte di sviluppo

Nuove strategie e investimenti in attesa del Piano Nazionale

Grazie al Piano Calenda e al sostegno del Governo, infatti, la prospettiva di un manifatturiero italiano 4.0 è in netto miglioramento tra gli imprenditori, anche se per il 55,1% è un traguardo ancora lontano. Nel frattempo, però, la metà delle imprese afferma di avere una strategia e una visione d’insieme chiara sul proprio futuro come “Fabbriche Intelligenti” e su come integrare le tecnologie 4.0 nei propri processi per ottimizzare la produzione. Per circa la metà la digitalizzazione generale raggiunta in azienda è buona, soprattutto quando si parla della relazione con il cliente e dei canali di vendita e della progettazione e sviluppo del prodotto.

Per raggiungere questi risultati, le PMI hanno investito una quota variabile dei propri ricavi. Ad oggi, un buon 36,6% di aziende ha superato la quota del 10% di investimenti, e andrà meglio nei prossimi anni, con quasi la metà delle imprese italiane che prevede di superare questa quota in tecnologie 4.0: quasi quattro su dieci investiranno tra l’11 e il 25% dei propri ricavi e un decimo andrà oltre questa soglia. Un incremento di budget che si spiega anche alla luce del maxi piano di ammortamenti del 250% previsto dal Governo per l’introduzione di macchinari e soluzioni 4.0, il quale sarà ampiamente sfruttato da buona parte delle aziende italiane: se oltre un quinto delle imprese vi farà ricorso, oltre un quarto lo farà dopo aver già beneficiato di quello del 140% per nuovi macchinari previsto dalla Legge di Stabilità 2016. Un numero destinato ad aumentare dopo i chiarimenti della circolare direttoriale del 15 febbraio 2017 su quali beni rientrano tra gli investimenti 4.0, che aiuteranno il 25,8% delle imprese in dubbio a capire se effettivamente ne potranno usufruire.

Le scelte di investimento delle PMI italiane per il 2017

Le PMI della meccanica e della subfornitura, che a oggi hanno introdotto nuove tecnologie abilitanti, hanno privilegiato le seguenti soluzioni che saranno oggetto di ulteriori investimenti nel corso del 2017:

Sicurezza informatica 30.6%
Robotica 20.7%
Meccatronica 20.1%
Cloud computing 16.5%
Simulazione 16.5%

Durante il 2017, però, sarà l’Internet of Things a godere degli investimenti maggiori, arrivando a registrare un +12% e a essere così presente in quasi un quarto delle imprese italiane. L’integrazione di queste tecnologie abilitanti 4.0 nei processi produttivi porterà vantaggi soprattutto per:

Ottimizzazione del controllo della qualità dei processi 78.8%
Ottimizzazione in real time della supply chain 50%
Monitoring da remoto 38.6%
Miglioramento dei consumi energetici 34.8%
Manutenzione predittiva 33.2%

Al processo di trasformazione delle imprese in fabbriche intelligenti, digitali e connesse, ci sono però alcuni ostacoli, come l’incertezza del rapporto investimenti-benefici (44,9%), il loro costo (34,6%), la necessità di avere personale formato (33,5%) e l’arretratezza delle altre aziende con cui si collabora (26,5%).

“In attesa dei nuovi percorsi professionali e universitari per i lavoratori di domani, e dei Competence Center e Innovation Hub previsti dal Piano Calenda per l’alfabetizzazione delle imprese, servono oggi momenti di incontro tra le aziende, in cui confrontarsi, scambiare opinioni ed esperienze, e toccar con mano i vantaggi competitivi di questa quarta rivoluzione. Le grandi imprese, infatti, credono di poter essere modello per le piccole: un processo a effetto domino che va assolutamente facilitato e supportato. Con il progetto Laboratori MECSPE – Fabbrica Digitale avviato quest’anno a Vicenza e a Bari e che vogliamo proseguire nei prossimi mesi, e questa nuova edizione di MECSPE, in cui saranno protagoniste le tecnologie abilitanti, vogliamo aiutare il manifatturiero a trovare la via italiana per l’industria 4.0.”

– Emilio Bianchi

Sintesi sull’andamento economico del comparto meccanica e subfornitura 4.0

L’andamento aziendale attuale risulta complessivamente soddisfacente per le imprese del comparto della meccanica e della subfornitura, con circa il 60% degli imprenditori che parla di performance aziendale molto positiva, il 35% che si dice mediamente appagato e solo il 5% contrariato.

Le ragioni e le prospettive di una situazione soddisfacente

Nel 2016, rispetto al 2015, i fatturati sono stati in crescita per il 48,7% delle aziende, mentre il 39,1% hanno dichiarato stabilità e il 12,1% un calo.

Sul fronte occupazione, il numero di addetti è aumentato per il 46,8%, mentre si è mantenuto complessivamente stabile per il 44%; solo un 9,2% ha dovuto ridurre il personale.

Il portfolio ordini è giudicato “adeguato” ai propri livelli di sostenibilità finanziaria dal 69,8% delle imprese, contro un 30,2% per cui è insufficiente. Segnali positivi per quanto riguarda la liquidità che è ritenuta buona per la metà degli imprenditori (50,8%), sufficiente per quasi quattro imprenditori su dieci (38,8%), negativa per il 10,4%.

Per quanto riguarda le previsioni per il 2017, sul fronte dei fatturati il 56,5% si aspetta una crescita del fatturato, il 38,8% stabilità, mentre solo il 4,7% prospetta un calo; mentre su quello dell’occupazione, se il 49,8% dichiara di voler mantenere stabile il numero di addetti, il 46,2% prospetta incrementi e solo un 4% prevede cali.

L’export resta fattore di traino per le PMI italiane con quasi 8 su 10 che dichiarano di esportare i propri prodotti e servizi, con un’incidenza variabile. Circa un terzo dichiara di realizzare all’estero meno del 10% del proprio fatturato, il 15,3% dall’11% al 25%, l’11,6% dal 26% al 45%, il 10,2% dal 46% al 70% e infine il 6,9% oltre il 70%.

Chi esporta punta prevalentemente verso gli Stati dell’Europa Centro-Occidentale (81,3%), seguiti da quelli dell’Europa dell’Est (30,5%) e del Nord America (26,2%). Circa il 22,5% esporta in Asia, mentre il Medio Oriente per il 16%, il Sud America per il 15%, la Russia per il 10,7%, l’Africa Settentrionale per il 7,5%, l’Oceania per il 5,9% e l’Africa Meridionale per il 2,7%.

Non ci sono dubbi sul futuro del mercato in cui si trovano a operare le singole aziende: nei prossimi 3 anni, solo l’8,5% si aspetta una contrazione del mercato contro un 53% apertamente convinto del suo sviluppo e un 38,5% che crede non ci saranno grosse variazioni rispetto all’andamento attuale.

In questo orizzonte economico, quasi la totalità delle PMI continua a credere nell’importanza della ricerca e sviluppo, investendo quote diverse dei propri fatturati. Il 49,6% vi destina meno del 10%, ben il 25,2% investe tra l’11% e il 20%, mentre il rimanente 10,8% supera questa soglia.

Nota metodologica: l’indagine è stata condotta da GRS Research & Strategy su un campione di aziende della meccanica e della subfornitura utilizzando i metodi CAWI (Computer Assisted Web Interviewing) e CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing). Sono state raccolte 333 risposte, un campione casuale, statisticamente significativo, caratterizzato da una distribuzione territoriale allineata a quella dell’universo di partenza. L’indagine si è svolta nel mese di febbraio 2017.


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